Ansia pre-gara: trasformarla da limite a risorsa

La performance sportiva richiede all’atleta elevate capacità di percezione e reazione a “ciò che accade”, sia a livello tecnico ma anche, e soprattutto, mentale.

E se il “ciò che accade” porta a una paura?
Paura di non farcela in occasione di un incontro sentito; paura di non riuscire a segnare il punto che determina la vittoria; paura di sbagliare un rigore; paura di fare una pessima figura di fronte al pubblico, all’allenatore o ai compagni di squadra; paura di non riuscire a terminare la prestazione quando si tratta di lunghe competizioni, ad esempio. Una paura che può presentarsi sotto forma di segnali ben precisi come emicrania, aumento del battito cardiaco, sudorazione accelerata, respiro faticoso?

Allenamento mentale per sconfiggere l’ansia pre-gara
Che sia chiaro: un certo livello di ansia pre-gara è funzionale per qualsiasi atleta, rappresenta una risorsa! Quando però questo diventa troppo, rischia di trasformarsi nel suo perfetto opposto, un limite che, in alcuni casi, può portare, se non gestito, sino a un possibile blocco totale della performance.

Allenare la mente in vista di un appuntamento sportivo ha il grande privilegio di rendere fluida la prestazione (quando ciò accade si definisce: “trance agonistica”).

Per un’efficace preparazione psicologica pre-gara il terapeuta strategico prima di tutto andrà a indagare tutti i tentativi disfunzionali fatti dall’atleta per risolvere il problema (ricerca delle tentate soluzioni) che, al contrario, non fanno altro che aggravarlo, peggiorandolo (evitamento”, anche mentale, della situazione temuta e “tentativo fallimentare di controllo” della paura stessa). Dopodiché, lo guiderà nell’esercizio della “peggiore fantasia”. Infine, una volta smontata la paura, per focalizzare l’attenzione dell’atleta sui possibili svolgimenti del combattimento facendogli anticipare i punti critici affinché si creino in lui le adeguate contromisure, prescriverà un’ulteriore efficace tecnica: la visualizzazione.

La tecnica della “peggiore fantasia”: qualcosa in più
Attraverso un preciso addestramento, che richiede specifici tempi e luoghi, l’atleta, sotto la guida del terapeuta strategico, impara man mano a modulare e regolare autonomamente la sua paura e le situazioni critiche che la presentano, annullandola tramite il tentativo volontario di aumentarla (ricercare volontariamente la paura per azzerarla, prodursi il film dell’insuccesso e del fallimento della propria prestazione).
L’obiettivo è di far in modo che egli si confronti con la paura e realizzi un’esperienza percettiva nuova, ovvero la riduzione della paura attraverso il tentativo volontario di esasperarla.
In una frase: “Guardare la paura in faccia la trasforma in coraggio”.

Per approfondimenti si rimanda al libro “Risorgere per vincere. Una storia di talento, tecnica e strategia mentali”, A. Montano, G.Nardone, G. Sirovich
​Photo by Austris Augustus | Unsplash

Dott. ssa Daniela Birello (Psicologo – Psicoterapeuta Ufficiale del Centro di Terapia Strategica)
Per maggiori informazioni sul tema o per richiedere un appuntamento: danielabirello@gmail.com

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