Genitori e attività sportiva del figlio: siate supporters, non tifosi

Lo sport dovrebbe essere vissuto senza esasperazioni, divertendosi.
Se l’atleta in questione è un bambino o un adolescente, di fondamentale importanza diventa il ruolo dei genitori.
I figli sono molto sensibili a quello che mamma e papà pensano di loro, a come li vedono, a ciò che si aspettano da loro.

Un’efficace leggerezza genitoriale nei confronti dell’attività praticata dal ragazzo (o dal bambino) ha il potere di facilitare il superamento dei limiti, far sperimentare il piacere di riuscire e potenziare le capacità personali, condividendole e validandole.

Mamme, papà, qualunque sia lo sport scelto da vostro figlio, qualsiasi sia il livello raggiunto, non sottovalutate mai l’aspetto ludico!
Vivere tale attività sportiva in modo sereno e costruttivo è la scelta più saggia che un genitore possa fare!

Evitare di fare i “genitori tifosi”
Tifosi sono quei genitori che si lasciano coinvolgere troppo nella vita sportiva del figlio.
Iper-esigenti, non perdono mai un suo allenamento. In occasione di gare o partite 
sono sempre in prima fila.

Di continuo, tendono a spingerlo verso l’eccellenza, anche quando le capacità non sono ancora maturate.
Con fatica ne elogiano i successicon facilità ne sottolineano gli erroriRispetto al rapporto con l’allenatore, sono sempre pronti a intervenire criticando e dicendo la loro.

Attenzione! 
Un minimo coinvolgimento nello sport del figlio è funzionale, ma quando questo diventa troppo, rischia di trasformarsi in disfunzionale, generando in lui ansia, paura di non essere all’altezza, chiusura in sé stesso, o addirittura, odio nei confronti dello sport in questione.

Essere supporters, incoraggiare a migliorare
L’atteggiamento più efficace è quello che vede mamma e papà supporters del figlio: presentima in uno spazio circoscritto, senza invadere quello del giovane atleta.

Le parole chiave che un genitore dovrebbe seguire per diventare supporter sono fiducia e rispetto, perché credere davvero nei propri figli e nelle loro capacità sportive contribuisce a renderli vincenti!
È una 
profezia che si autorealizza*!

Gli errori, anche durante l’attività sportiva, sono essenziali per la crescita caratteriale e il potenziamento motorio.

Accogliere gli errori del figlio senza rimproveri o ricatti lo incoraggia a fare di più, plasmando capacità reali, dimostrabili agli occhi di compagni di squadra e avversari.

E ancora:

  • aiutare il ragazzo a definire obiettivi realistici
  • incoraggiare la sua autonomia e indipendenza responsabilizzandolo nella conduzione del suo sport: “oggi organizzati da solo per andare a tennis, io ti vengo a prendere”.
  • fare domande piuttosto che sentenziare: “come sono le tue condizioni fisiche di oggi? Quanto pensi di fare in gara?”; piuttosto che: “oggi devi assolutamente superare il tempo che hai fatto la scorsa volta”!

Ultimo aspetto, di non poca importanza, è il rapporto con l’allenatore e gli altri componenti del gruppo sportivo.

Evitare di fare il genitore che interferisce sulle scelte tecniche operate dal coach rende il giovane atleta più responsabile, autonomo e lo mette nelle condizioni di poter godere a pieno delle soddisfazioni, una volta che arrivano.

Tutti i ragazzi dovrebbero avere l’opportunità di praticare uno sport.Sport è sinonimo di regole da rispettarediritti e doveri uguali per tutti, stimoli continui orientati al miglioramento delle proprie performance, sacrificio, messa alla prova, responsabilità in nome della squadra o di sé stessi.

Si tratta di un’esperienza estremamente positiva per la crescita personale e con genitori supporters al proprio fianco sarà ancora più efficace!

** profezia che si autorealizza: fenomeno di cui si sono interessati diversi studiosi, Watzlawick, Rosenthal, Szasz e Rosenhan. È la profezia o supposizione che, per il solo fatto di essere stata formulata, fa realizzare l’evento predetto, confermando in tal modo la propria veridicità.

Per approfondimenti si rimanda a:

  • Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Problemi e soluzioni per il ciclo di vita”, G.Nardone e l’Equipe del Centro di Terapia Strategica
  • “Lo Zen e l’Arte di Far Muovere i Nostri Figli. Gioco, movimento, corretta alimentazione – Prevenzione e cura del sovrappeso infantile – Aspetti medici, psicologici, nutrizionali”, Attilio Speciani, Luca Speciani, Pietro Trabucchi
  • “Mente e Maratona. Per imparare a correre, con il corpo e con la mente, la gara più bella del mondo”, Luca Speciani, Pietro Trabucchi
  • “Resisto Dunque Sono. Chi sono i campioni della resistenza psicologica e come fanno a convivere felicemente con lo stress”, Pietro Trabucchi

Dott. ssa Daniela Birello (Psicologo – Psicoterapeuta Ufficiale del Centro di Terapia Strategica)

​Per maggiori informazioni: danielabirello@gmail.com

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