genitori e compiti pomeridiani dei figli: 5 errori da evitare
Nessuno nasce autonomo e desideroso di fare i compiti.
Autonomia e piacere per lo studio, soprattutto in età scolare, possono essere raggiunti, solo e soltanto, se allenati quotidianamente.
Cosa è efficace fare da genitori quando i figli mostrano difficoltà e controvoglia rispetto ai compiti pomeridiani?
- EVITARE DI SOSTITUIRSI A LORO. È bene ricordare che mamma e papà possono accompagnare, incoraggiare, ma mai sostituirsi totalmente ai figli! I compiti sono un’azione da intraprendere in prima persona, una prova in cui è bene misurarsi da soli. Fare i compiti al posto dei figli, lì per lì potrebbe sembrare che funzioni, perché comunica “ti aiuto perché ti voglio bene”; subito dopo, diventa controproducente, perché non solo non da loro modo di imparare, ma li fa sentire man mano incapaci e demotivati a fare da soli (dopo il “ti aiuto perché ti voglio bene” arriva repentino anche il messaggio “mamma e papà ti aiutano perché pensano che da solo non sei in grado”).
- EVITARE DI CORREGGERE SEMPRE. Lasciare ai figli lo spazio, il tempo e il diritto di sbagliare, perché solo sbagliando si impara. Correggere puntualmente i figli, in particolare all’inizio della carriera scolastica, può demotivarli e impedire loro di acquisire fiducia nelle capacità personali. Più che fare i compiti al posto loro, è utile mandarli a scuola senza i compiti fatti. Tale possibilità, non andrebbe vissuta come un atto genitoriale irresponsabile, bensì efficace poiché rappresenta la via più immediata per sviluppare in loro senso di responsabilità e autonomia.
- EVITARE IL TROPPO. ALTERNARE AIUTO E AUTONOMIA. “Leggi fino a qui, io ascolto, poi correggiamo insieme” ; “continua a esercitarti fino a questo punto, quando hai finito verifico”. L’aiuto dei genitori è funzionale solo se circoscritto all’inizio e alla fine di un compito. Solo così i figli hanno modo di sperimentare le proprie capacità e acquisire sicurezza.
- EVITARE DI NEGOZIARE, CONTRATTARE, TEORIZZARE. INDIRIZZARE VERSO L’AZIONE. Per far sì che inizino i compiti è bene coinvolgerli in un comportamento concreto: “È ora! Leggi l’esercizio e vediamo cosa chiede…”, senza perdersi in contrattazioni varie “fra 5 minuti devi iniziare sennò mi arrabbio”.
- EVITARE DI SENTENZIARE. MEGLIO DUBITARE. “È difficile, chissà se ci riesci” ; “Credo che ci metterai almeno 10 minuti a finire l’esercizio, è difficile farlo in meno tempo”. Frasi di questo tipo predispongono i figli e li invogliano a sperimentarsi in piccole sfide (da calibrare in base all’età e alle capacità).
Per approfondimenti si rimanda al libro “Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Problemi e soluzioni per il ciclo di vita”, G.NARDONE e l’Equipe del Centro di Terapia Strategica.
Dott. ssa Daniela Birello (Psicologo – Psicoterapeuta Ufficiale del Centro di Terapia Strategica)
Per maggiori informazioni: danielabirello@gmail.com
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